Primattore e Spettatore
La mente ci pone come obiettivo triste della nostra vita quello di diventare presuntuosi, così da irritarci ad ogni minimo evento.
Tendiamo così a divenire di due tipi:
Primattori, ovvero cerchiamo di esistere esclusivamente in maniera teatrale, ponendo l'ego al centro dell'universo. Un ego, sia ben chiaro, formatosi nel corso degli anni tramite il giudizio mio e degli altri, non una personalità libera dai fronzoli della mente borghese; una personalità magnetica la cui sopravvivenza nella società è destinata a legarsi indissolubilmente agli altri. Senza la supremazia non siamo contenti e soddisfatti. Se non poniamo la nostra opinione a suprema ragione, possiamo persino uccidere chi osa contrastarla. Uccidere a parole, a fatti, ciò che conta è sovrastare. Beh, vedete da voi che questo atteggiamento, pur di portarci in vetta, non ci fa essere liberi di vivere noi stessi fino in fondo. Dentro di noi, la presunzione del primattore è bistratta ad ogni segnale esterno di una esistenza migliore della nostra. E tutto si va a nascondere nell'inconscio, perchè non risulti ai nostri occhi quanto in realtà tutto questo agitarsi nel mondo è completamente inutile ai fini della serenità di una mente nomade. Il primattore è legato a una prova di forza costante nei confronti di terzi attori. In cui ravvisano la propria debolezza interiore attraverso atteggiamenti che provocano fastidio e rabbia del soggetto criticato. E vanno in cerca del comprimario per poter distuggere quel lato negativo di loro stessi massacrando l'immagine che ne hanno fatto e sovrapposto al terzo, questa volta comodo, altrochè incomodo.
Si creano così coppie o addirittura clan di esseri in contrapposizione al terzo incomodo capro espiatorio. Ma una volta annientato il nemico, le alleanze si sfaldano e le qualità negativa si vanno a ricercare in un eterno tutti contro tutti. Sarebbe bello invece iniziare a vivere con un tutto contro me, sfoderando la spada dell'autoironia per distaccarci dalle immagini.
Lo spettatore passivo, pure lui è un personaggio comodo che sta lì a non fare nulla della propria vita, ma preferisce con comodo farsela vivere dagli altri. Con conseguenti crisi di identità, repressioni, fobie, e la peggiore di tutti, la coda di paglia, meglio nota come "mania di persecuzione". Entro nel tram e vedo due persone ridere? Stanno ridendo di me. E giù a soffrire per sentirci spettatori di questi esseri malefici che in realtà staranno ridendo di altro.
Ancora, nel tutti contro tutti, lo spettatore parteggia per il più forte, poi per il più scarso, poi per chi fa pena, ma mai prende la sua parte e aspetta che la sua testa si riempia di idee altrui, piuttosto che pensare ad intervenire in qualche modo nella realtà, anche per dire una miriade di cazzate.
Una volta preso il coraggio a due mani, si è liberi di dire tutte le cazzate che si vuole, perchè è chiaro che anche tutto il resto del mondo, nella sua assoluta serietà, non potrà mai dirci qualcosa di vero e reale, primo perchè altrimenti non staremmo tutti ridotti così, secondo, perchè non essendoci niente di certo, se credo fermamente in ciò che sto dicendo, non posso negarli una condizione di realtà, sempre se sono intellettualmente onesto.
Bene, come fare a liberarci di questi due primi fardelli? Basta osservare attentamente dall'esterno la meccanicità dei nostri comportamenti, frasi, discorsi, atteggiamenti durante la prossima realzione sociale, e iniziare a ridere di quanto siamo prevedibili, presuntuosi, saccenti, inutilmente legati alle emozioni degli altri.
Creare un legame fra un mio stato d'animo e quello del mio prossimo, è il peggiore dei mali che possa fare a un altro essere vivente, e primo motore di un infernale meccanismo di cui dobbiamo subito sbarazzarci in questo momento importante: IL SENSO DI COLPA..Tendiamo così a divenire di due tipi:
Primattori, ovvero cerchiamo di esistere esclusivamente in maniera teatrale, ponendo l'ego al centro dell'universo. Un ego, sia ben chiaro, formatosi nel corso degli anni tramite il giudizio mio e degli altri, non una personalità libera dai fronzoli della mente borghese; una personalità magnetica la cui sopravvivenza nella società è destinata a legarsi indissolubilmente agli altri. Senza la supremazia non siamo contenti e soddisfatti. Se non poniamo la nostra opinione a suprema ragione, possiamo persino uccidere chi osa contrastarla. Uccidere a parole, a fatti, ciò che conta è sovrastare. Beh, vedete da voi che questo atteggiamento, pur di portarci in vetta, non ci fa essere liberi di vivere noi stessi fino in fondo. Dentro di noi, la presunzione del primattore è bistratta ad ogni segnale esterno di una esistenza migliore della nostra. E tutto si va a nascondere nell'inconscio, perchè non risulti ai nostri occhi quanto in realtà tutto questo agitarsi nel mondo è completamente inutile ai fini della serenità di una mente nomade. Il primattore è legato a una prova di forza costante nei confronti di terzi attori. In cui ravvisano la propria debolezza interiore attraverso atteggiamenti che provocano fastidio e rabbia del soggetto criticato. E vanno in cerca del comprimario per poter distuggere quel lato negativo di loro stessi massacrando l'immagine che ne hanno fatto e sovrapposto al terzo, questa volta comodo, altrochè incomodo.
Si creano così coppie o addirittura clan di esseri in contrapposizione al terzo incomodo capro espiatorio. Ma una volta annientato il nemico, le alleanze si sfaldano e le qualità negativa si vanno a ricercare in un eterno tutti contro tutti. Sarebbe bello invece iniziare a vivere con un tutto contro me, sfoderando la spada dell'autoironia per distaccarci dalle immagini.
Lo spettatore passivo, pure lui è un personaggio comodo che sta lì a non fare nulla della propria vita, ma preferisce con comodo farsela vivere dagli altri. Con conseguenti crisi di identità, repressioni, fobie, e la peggiore di tutti, la coda di paglia, meglio nota come "mania di persecuzione". Entro nel tram e vedo due persone ridere? Stanno ridendo di me. E giù a soffrire per sentirci spettatori di questi esseri malefici che in realtà staranno ridendo di altro.
Ancora, nel tutti contro tutti, lo spettatore parteggia per il più forte, poi per il più scarso, poi per chi fa pena, ma mai prende la sua parte e aspetta che la sua testa si riempia di idee altrui, piuttosto che pensare ad intervenire in qualche modo nella realtà, anche per dire una miriade di cazzate.
Una volta preso il coraggio a due mani, si è liberi di dire tutte le cazzate che si vuole, perchè è chiaro che anche tutto il resto del mondo, nella sua assoluta serietà, non potrà mai dirci qualcosa di vero e reale, primo perchè altrimenti non staremmo tutti ridotti così, secondo, perchè non essendoci niente di certo, se credo fermamente in ciò che sto dicendo, non posso negarli una condizione di realtà, sempre se sono intellettualmente onesto.
Bene, come fare a liberarci di questi due primi fardelli? Basta osservare attentamente dall'esterno la meccanicità dei nostri comportamenti, frasi, discorsi, atteggiamenti durante la prossima realzione sociale, e iniziare a ridere di quanto siamo prevedibili, presuntuosi, saccenti, inutilmente legati alle emozioni degli altri.
1 commento:
Due sole categorie per inscatolare tutto il variegatissimo genere umano...? Uhm...
Senza dubbio i due tipi di persone da te esaminati esistono, e naturalmente entrambe le categorie dovrebbero superare la loro condizione. I primattori dovrebbero ridurre il proprio ego, e gli spettatori dovrebbero capire che dal momento che calpestano anche loro 'sto benedetto/maledetto suolo terrestre, converrebbe che iniziassero a prendere parte alla loro vita.
Detto ciò, sono convinta che esista anche un'infinità di gente che ha smesso da un pezzo di nutrirsi di "immagine", che ha smesso da un pezzo di prendersi troppo sul serio, e che sa ridere di gusto per le cose semplici...Del tutto autoiroica e per niente schiava del senso di colpa. (Che poi...'sto fantomatico senso di colpa...per eliminarlo non basta estirpare la mente borghese, converrebbe, piuttosto, eliminare la coscienza cattolica...).
Secondo me chi se la passa meglio è la maschera di sala...
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