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domenica 25 novembre 2007

Behato me


Anche le formiche, nel loro piccolo, si incazzano.
E così nell'apparente cicaleggio della mia esistenza, si annida una piccolissima formichina sociopolitica. Si sta svegliando e sta tenendo fede a quell'aforisma iniziale, che anni fa risvegliò in me l'apparente antitetico (ma quanto mai invece gli opposti si attraggono!) cicalino.
Così dopo aver più o meno inconsapevolmente assorbito via radio, ascoltata indefessamente da mia madre mane e sera sulle frequenze di Radio2, i messaggi di rivolta dello Zorro italiano, eccomi qui in pieno ventesimo secolo a fare i conti con questa nuova forma di esistenza.

Incrociai per la prima volta Oliviero Beha all'entrata di un bar di Viterbo, poco più di un anno fa, e aveva l'aria di un buon signore. Oggi gli sono andato incontro alla presentazione del suo ultimo libro. Sembrava più provato, più affaticato, forse anche più affranto e smunto, ma quando gli ho stretto la mano ho incontrato nuovamente quello sguardo di buon signore.
Un'oretta di onestà, parole forti e taglienti, profonde e dirompenti. Tracce di un'Italia che resiste e prova a respirare.
Un'oretta contro i nonluoghi, dal Parlamento ai Centri Commerciali, dallo Stadio allo Studio. In cerca di una piazza contro i piazzisti, in cerca di luoghi e di persone per navigare fuori dal pantano.
Un'ora a settimana basta, per cercare una dimensione diversa, frutto di una propria responsabilità e di una scelta onesta, una dimensione in cui la mia singola persona si fa attiva e, liberatasi dalle interferenze del potere, si pone al servizio di una comunità, offrendole una prova di moralità, servizio, crescita comune.
Nella speranza che questa malattia democratica possa contagiare i giovani nei paraggi, strappandoli dalla confusionaria idea di libertà offerta da chi vende o regala il modo più semplice per aggirare l'ostacolo (eventualmente comprandolo o prostituendosi ad esso); per riportarli a scoprire come la difficoltà di superare l'apparente schiavitù dell'esame sia la vera fonte di libertà.

Speriamo che le ore aumentino, e il messaggio si diffonda, nell'utopica speranza che un bel giorno persone oneste come Oliviero Beha si sveglino per scrivere un articolo di costume, e non l'ennesima denuncia verso palazzinari o ratti di palude.

Un saluto

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