
Caro Silvio,
tempo fa ci hai privato del piacere di gridare FORZA ITALIA. Sei abbastanza furbetto! Cosa fai: da abile comunicatore e venditore quale sei, tendi a sfruttare i bisogni dell'uomo medio, i suoi slogan, il suo modo di vivere, per costituirli come marchi (loghi) delle tue attività.
Ora però hai rasentato il limite.
Il partito del popolo Libero è una contraddizione in termini. Partito sta per separato, popolo sta per totalità. Quindi credo sia un'idiozia definire un partito del popolo libero, perchè l'estremo grado della libertà è quello di non appartenere.
O meglio, mi sembra di vivere un paradosso: io sto cercando di raggiungere una determinata libertà (che parola astratta, poi!) quindi se mi identificassi come uomo libero dovrei automaticamente essere etichettato nel tuo partito. Ma non voglio, per questo sono libero. Aiuto è un circolo vizioso della libertà!!
Mi sento come nei tempi in cui da universitario (anche se non mi sono mai sentito tale), girando per le strade leggevo: gli universitari di Roma contro XXX.
Ora, io sono di Roma, e vado all'università ERGO dovrei essere contro XXX. Ma anche no!
La logica dietro questi concetti è corretta ma corrotta è l'impostazione. Se la premessa è fallace, la conclusione è falsa. Dietro questo c'è un errore logico, uno dei tanti vizi già studiati secoli addietro.
Non si può confondere il particolare (un uomo, un gruppo) con l'universale (la società, il popolo).
Altrimenti non siamo in democrazia.
Oppure vanno ridefiniti i concetti di libertà, democrazia, tolleranza, appartenenza.
Non è corretto che un gruppo si arroghi il diritto di manifestare a nome di una totalità, senza prima averla ascoltata. A meno che ciò che si manifesta non sia palesemente uno dei principi fondamentali di quel gruppo.
La conclusione? Caro Silvio, se vuoi fondare un partito del popolo della Libertà, considerami pure schiavo della mia onestà intellettuale.
Un saluto
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