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domenica 7 settembre 2008

Prolegomeni alla critica: LA PAURA tipica della borghesia

" Non dobbiamo trascurare la possibilità che il costante inculcare la credenza in Dio nelle menti dei bambini possa produrre un effetto così forte e duraturo sui loro cervelli non ancora completamente sviluppati, da diventare per loro tanto difficile sbarazzarsene quanto per una scimmia disfarsi dalla sua istintiva paura o ripugnanza del serpente."  -- Charles Darwin.
 
Pare evidente che, dal momento in cui veniamo al mondo, iniziamo a piangere. Meno evidente risulta il fatto che il nostro cervello è geneticamente composto da strati che si sono evoluti in migliaia di anni, e lo stesso nostro DNA risulta derivare dai processi di sviluppo che, dall'ameba, son giunti fino a noi passando per pesci, rettili, anfibi, scimmie (lo stesso processo di sviluppo che subisce un feto in 9 mesi).
 
Usciamo dal paradiso amniotico (si nasce con la camicia!) e iniziamo a piangere. E meraviglia!! Non appena dimostriamo dolore, il mondo si ferma intorno a noi. Ci vuole togliere questa benedetta paura, ma piuttosto ce ne crea dipendenza.
 
I primi anni di vita sono un continuo subirsi quello stupido PioPio (naturalmente parlo in linea generale, in questo mondo moderno) che, oltre a generare dipendenza da paura, ci inculcano nella mente una rappresentazione demenziale della realtà.
 
E inizia l'educazione. E con lei il dramma della mente borghese. Piuttosto che allenarci ad affrontare le paure istintive, ce ne vengono create di nuove. Si suggella questo contratto, per cui io dipendo dalla paura, piango, arriva il ciuccio, bisogno soddisfatto, dipendenza dal mondo esterno, il mondo esterno diventa il mio pusher-padrone-magnaccia. Nella forma di mamma soprattutto, papà (spesso come generatore di Paura, d'altronde Dio è padre), parenti, educatori.
 
Siamo al solito bivio: o diventiamo succubi della paura, ed entriamo nell'adolescenza in preda ai branchi e alle mode, o diventiamo vittime del mondo cui proviamo a ribellarci. E qui parte il nuovo bivio: lotto col mondo, muoio in preda alla solitudine accidioso.
 
Ma procediamo con cautela. A cosa serve una critica? Nasce come analisi di un fatto, ovvero a sviscerarne la debolezza intrinseca laddove invece quel fatto è considerato FONDAMENTALE.
 
La critica alla ragion borghese, inizia dallo sfaldare i FONDAMENTALISMI.
Alla frase iniziale possiamo sostituire Dio con "Amore, Droga, Squadra di Calcio, Lavoro" e qualsivoglia generatore di dipendenza tipicamente borghese.
 
Per procedere nella critica è necessario riconoscersi vittime della Paura e malati di fondamentalismo. Una volta resisi conto che siamo servi di un'idea semplicemente per il gusto di starsene avviluppati al suo seno caloroso, nutriente e soporifero, si è creato il distacco necessario.
 
L'identità del bambino nasce non appena la sua coscienza lo fa rendere conto di essere "altro" dalla madre.
 
Ecco, la mente borghese è la madre delle madri. Il nostro inconscio ci avverte del pericolo, generando archetipi "Edipoidali". Sarebbe ora di uccidere la madre e il padre, per poter assumere il pieno autocontrollo (pieno.. iniziamo da un minimo prima!).
 
Poniamoci allora l'obiettivo di uccidere i nostri genitori, e per meglio capirci, poniamoci l'obiettivo di uccidere le nostre abitudini.
 
Di questo parleremo nel prossimo intervento.
 
Saluti - resto in attesa di confronti.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

fatto, ho ucciso i miei.. e mo?
conoscete un buon detersivo che levi tutto questo rosso?

Casal Paterson ha detto...

prova col talco. Oppure leggiti survivor

PiX ha detto...

uccidere il padre... aòh, pari kafka!!

ps che palle kafka...

Timor ha detto...

Mmmm cosa dice il Vangelo di Matteo a tal proposito

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. [35]Sono venuto infatti a separare

'il figlio dal padre, la figlia dalla madre,
la nuora dalla suocera:'
[36]e 'i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.'

[37]Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; [38]chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. [39]Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.

Casal Paterson ha detto...

SI, una delle fonti di ispirazione è proprio quella

Anonimo ha detto...

Ma si è tutto sbagliato il mondo attorno a noi è solo menzogna, riprogrammiamoci il cervello, cancelliamo la memoria, la storia non serve.. usciamo dagli schemi, diveniamo alternativi creiamoci noi la nostra verità.. wow e dopo che succede, saremo davvero liberi?
E liberi da cosa? Cos'è che ci tiene in schiavitù? E' Dio? lo è davvero?

La verità esiste ancora oggi, certo non è facile scrutarla in mezzo alla fogna dell'animo umano, ma c'è ancora.

Sarò sincero non ho capito che intenda barzo con quello che ha scritto ma mi domando in generale se quello che la gente dice o scrive appartenga al proprio pensiero o se semplicemente ripete a vanvera e senza riflettere un pensiero altrui.

In ogni caso apparterrete comunque a un gruppo, un pensiero, uno stile di vita o altro, e sarete "programmati" sotto altra forma ma comunque schiavi di un sistema o altro.
E anche se diverrete l’opposto di ogni cosa sarete lo stesso membri di un qualcosa, è la vita!

L'unica via di salvezza che abbiamo tutti noi, che vi piaccia oppure no, non può provenire da mente o corpo umano, ma solo da una potenza divina, nemmeno una razza aliena più evoluta.. solo da, qualunque esso sia il vostro Dio, ma solo da Dio!
Non siamo certo figli del “caso” e poi quanta casualità ci vorrebbe per creare casualmente la vita? Un sacco di casualità!
Le coincidenze lo insegnano, troppe coincidenze non sono mai semplici coincidenze!

Casal Paterson ha detto...

Sei sulla buona strada.

Di solito è lo Spirito a creare le coincidenze, a mostrarti autori che ti aprono il pensiero e a farti scrivere cose senza nemmeno accorgertene, un po' come i discepoli a Pentecoste.

No, a parte lo Spirito non ho maestri.

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