Bene non vorrei perdermi in questa ampia premessa ma venire al nocciolo: l'occasione di questa mattina era ghiotta per chi si ritiene educatore. Partecipare al corteo per la Scuola non era un semplice schierarsi a favore o contro qualcuno, era un segno di presenza dell'educatore ed un motivo di confronto. Era un segnale verso i nostri ragazzi per dire "sono qui non per giudicarti, ma per capire chi sei, qual è il tuo mondo, dove ti muovi" e poter riassettare e meglio indirizzare le mire dell'intervento educativo, nel segno del dialogo e della conoscenza dell'altro.
Ma dove stavano i primi fautori dell'educazione? Centinaia di migliaia di ragazzi e insegnanti abbandonati a loro stessi; dove erano i genitori? Dove stavano i papà, gli insegnanti di ginnastica, di nuoto, di catechismo, dove erano i preti? Se c'eravate fatemi un cenno. Perchè tutti dovevano fermarsi in questo giorno e non perdere l'occasione di comprendere il mondo che ruota intorno ai propri ragazzi. Perchè non vi siete presi un giorno di ferie per accompagnarli? Quante volte invece li avete costretti a visitare una vecchia zia malata, o portati ad una noiosa gita al museo di arte post-moderna radical chic?
Non basta interpretare il ruolo, bisogna crederci, bisogna essere soprattutto credibili! E farlo attraverso l'esempio e la giustificazione delle proprie scelte, non solamente tramite un abbraccio, un bacio, una paghetta, un pranzo insieme al McDonald.
"una pedagogia veramente positiva, che è difficile presentare in termini di un testo scolastico, e che è la competenza vivente di chi vive nel cerchio continuamente mobile dello spirito…»
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