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giovedì 30 ottobre 2008

La scuola, i ragazzi e il ruolo dell'educatore

Soffermiamoci sul ruolo di educatore (quale mi ritengo di essere). E' importante considerare esso come una figura che perfettamente dovrebbe conciliare in sè una componente scientifica nel senso di osservazione empirica dei fenomeni. Ma in questo caso il fenomeno da osservare è l'essere umano, un altro da sè. E dunque ecco intervenire anche la seconda componente, quella umanistica e spirituale (vedi intervento precedente su Pasolini Maestro).
Bene non vorrei perdermi in questa ampia premessa ma venire al nocciolo: l'occasione di questa mattina era ghiotta per chi si ritiene educatore. Partecipare al corteo per la Scuola non era un semplice schierarsi a favore o contro qualcuno, era un segno di presenza dell'educatore ed un motivo di confronto. Era un segnale verso i nostri ragazzi per dire "sono qui non per giudicarti, ma per capire chi sei, qual è il tuo mondo, dove ti muovi" e poter riassettare e meglio indirizzare le mire dell'intervento educativo, nel segno del dialogo e della conoscenza dell'altro.
Ma dove stavano i primi fautori dell'educazione? Centinaia di migliaia di ragazzi e insegnanti abbandonati a loro stessi; dove erano i genitori? Dove stavano i papà, gli insegnanti di ginnastica, di nuoto, di catechismo, dove erano i preti? Se c'eravate fatemi un cenno. Perchè tutti dovevano fermarsi in questo giorno e non perdere l'occasione di comprendere il mondo che ruota intorno ai propri ragazzi. Perchè non vi siete presi un giorno di ferie per accompagnarli? Quante volte invece li avete costretti a visitare una vecchia zia malata, o portati ad una noiosa gita al museo di arte post-moderna radical chic?
Non basta interpretare il ruolo, bisogna crederci, bisogna essere soprattutto credibili! E farlo attraverso l'esempio e la giustificazione delle proprie scelte, non solamente tramite un abbraccio, un bacio, una paghetta, un pranzo insieme al McDonald. 

"una pedagogia veramente positiva, che è difficile presentare in termini di un testo scolastico, e che è la competenza vivente di chi vive nel cerchio continuamente mobile dello spirito…»

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