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lunedì 10 novembre 2008

L'Innominabile

Arriviamo ad uno dei nodi gordiani e prepariamoci a tagliarlo. Si perchè tanto non si scioglierà mai.
La mente borghese è imprigionata felicemente in un corpo. Ogni nuovo corpo, genera una nuova mente pronta a imborghesirsi. Qual è la più grande truffa? La riproduzione, mi pare evidente. Da cosa è causata la riproduzione? Dal sesso, immagino. A cosa è legato il sesso? Alla più grande fonte di sonno e di finto dolore che una volontà aliena ha avuto modo di inventare. Non lo nomino ma fa rima e si accompagna spesso e soprattutto inutilmente, al dolore. Avrete potuto leggere qualche mese fa le avventure romanzate di un certo Argo, in cui si snocciolava la teoria della Volontà di Vivere che ora ripropongo.
La mente si genera nei corpi, la realtà vive attraverso l'esperienza filtrata dal corpo. Soma, lasciamo stare tutti gli altri corpi astrali, energetici, eccetera. Stiamo parlando del Corpo fisico, vittima principale della mente e artefice dei legami inutili fra gli esseri umani - legami morbosi, si intende.
L'attaccamento morboso passa necessariamente attraverso il corpo. Quando i sensi ci fanno provare l'assenza di dolore, diventiamo indulgenti verso quella forma di piacere. Dipendiamo da un altro corpo, da una energia che ci ha fatto per un secondo o qualcosa di più, dimenticare una condizione di privazion e di bisogno. Ricordatevi che nasciamo piangendo e subito ci attacchiamo a qualcosa: un dito, un capezzolo nutriente, un ciuccio. Poi fa freddo e ci attacchiamo a una coperta (Linus docet), a un vestito. Poi cresciamo e per sentirci qualcuno, dobbiamo appartenere a un gruppo, e ci attacchiamo a una immagine e a quello che la costituisce: capelli in un certo modo, unghie perfette, scarpe alla moda, vestiti colorati in una maniera che non devono stonare.
Bene, e così facendo la mente viene risucchiata nel vortice borghese dell'apparire.
 
Prima di legarci agli altri ci leghiamo ad una falsa immagine che gli altri ci affibbiano. Pigmalione e la sua statua. E così Narcisisticamente ci iniziamo ad innamorare di noi e non vogliamo mollare la presunzione di sentirci qualcuno. Certo pure chi ci circonda non ci aiuta, legandosi a cosa pensa di noi e a come gli appariamo, non sentendo la reale energia del corpo ma fermandosi alla virtuale immagine che si sta costruendo.
 
E si iniziano a costruire rapporti morbosi affinchè l'altro ci porti via dal dolore. La madre ci deve dire sempre sì, e noi dobbiamo obbedire alla madre. Il padre ci deve dire sempre ciò che vogliamo sentirci dire e dare quello che vogliamo farci dare. I familiari ci devono considerare e dare tanto affetto e noi dobbiamo essere sempre ligi a noi stessi così ci identificano e non possiamo sfuggire alla costruzione del reale che si sono fatti.
Gli amici non si possono criticare e soprattutto non possono dirci apertamente cosa pensano, perchè.. perchè? Tutto viene preso per un dispetto, una critica; ogni giudizio in realtà scevro da qualità in quanto è un giudizio, viene ricoperto di uno strato morale, solo per il gusto di starci male e andare a piangere da qualcun altro. E basta!
 
Oddio quanto siamo insopportabile, passiamo una vita a lamentarci di qua e di là perchè non abbiamo più una terra da coltivare che ci fa sudare veramente e penare per questioni valide! Ma anche in quel caso, la fatica non dovrebbe farci morire dentro ma farci sentire vivi. Invece ogni sfida con la realtà è un'occasione per indulgere e sentire il peso della morte. Morte che si accoppia col nostro nemico innominabile di cui arriviamo piano piano a svelare l'identità e il suo mortale inganno.
 
La mente deve generare consapevolezza per nutrire la coscienza superna. Più menti ci sono al mondo, più crescerà il nostro nemico che si spaccia per sommo bene. Andate e moltiplicatevi. Eppure, quando Cristo scese in terra, ne seguì una cosiddetta strage di innocenti (fra l'altro non documentata). Come a dire che poi la morte non è così negativa se convenite con quanto segue.
 
Nel mondo si divincola la Volontà di vivere che continua a urlarci "ANDATE E MOLTIPLICATEVI". Ok sull'andare, ma smettiamola di moltiplicare. E invece ci piace tanto non tanto moltiplicarci ma contravvenire al comandamento sul non fornicare. Ma farei una parentesi sul comandamento in questione: 1 - L'originale dice "Non commettere Adulterio" 2 - fornicare pare voglia dire "non adare al fornice" che è il posto dove c'erano le mignotte. Che cosa c'entra tutto ciò con eventuali atti poi successivamente definiti Impuri?
 
La sfera sessuale genera malattie e morte (come quella alimentare). Guai a morire, si deve vivere! Allora proibiamo il piacere sessuale, specie quando si scopre che può prescindere dalla riproduzione, e generiamo senso di colpa. E non solo, ma anche nella sfera alimentare, ad esempio.
 
Nuovi circoli viziosi legano l'immagine  "ho visto una persona che mi attrae e devo possedere!" in quanto la mente è attratta da determinate configurazioni mandaliche (curve, chiappe, bel sorriso, belle mani). Legano l'immagine, dicevamo, al possesso della persona: aumenta la pressione sanguigna, si manifesta la volontà di vivere che determina l'approcio e il tentativo di conquista dell'altro. Avete notato come in queste situazioni si diventa tutti così intelligenti, loquaci, svegli. La battaglia risveglia i sensi, le crociate hanno inizio, l'altro è sottomesso e io divento sottomesso zerbino dell'altro in un contesto di triste do ut des in cui la ragione si spegne e l'essere umano si espone in tutti i suoi limiti, cercando di privatizzare l'altro ad uso e consumo dei propri bisogni interessi e falsi motivi.
 
Si vincola il compagno alla propria realtà e si resta succube della volontà dell'altro. Bene no! Così si crea una forma nuova di convivenza. E noi miei cari. Una forma di nuova convenienza. Un legame costrittivo che quando è marcio stringe e soffoca e relega l'altro ai bisogni non solo propri e della volontà di vivere, ma pure a quelli del copulante. E diamo vita a nuove istituzioni basate sull'affetto e sulla prigionia piuttosto che sul nomadismo. L'altro deve diventare Totus meus (scusate l'errore latino). E noi dobbiamo diventare Totus suos (si, tutto per il maiale, di cui non si butta nulla!) di quello, della famiglia, della religione, della squadra di calcio.
 
Finchè rimaniamo con la mente pronta solamente a rendere cattivo, ovvero prigioniero, il mondo e noi stessi, non può esistere niente di più innominabile di questa relazione ( il cui verbo significa anche "per niente dolci" ) che fingendo di darsi all'altro, costringe.
 
E così, io preferisco restare qui a disposizione di tutti, piuttosto che morire in due. Certo, a meno che quel due non sia vincolante, cattivo, viziato, ignobile, sciacquettoso, soffocante, parentale, imperativo, nemico dell'amicizia.
 
Claro?
 
Abbiamo già sprecato troppo inchiostro su questo dannato sopravvalutato, sbandierato, inflazionato sentimento. Continuiamo a svellere la Mente dagli altri peccati capitali, ora che abbiamo vinto la Lussuria semplicemente togliendo il senso di colpa, anzi il sesso di colpa.
 
Forza e coraggio

1 commento:

PiX ha detto...

come dire.. restate su queste pagine...!

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