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giovedì 12 febbraio 2009

PREMESSA

PREMESSA

 Dice.. mo fai la premessa? Si.
 
Quando uccido, non agisco direttamente sulla cosa da uccidere. O meglio, non schiaccio un pulsante, e la cosa muore. Ma vado a rendere nulle le condizioni necessarie all'esistenza di quel determinato accidente.
Quindi, uccidere la mente non vuol dire che prendo e uccido la mente, bensì vado ad agire su tutte le condizioni che la rendono feconda. Ok sto parlando di Mentalità, sennò poi pensate alla mente come a qualcosa di animato, nel senso concreto del termine.
La mente si nutre di tutti i fattori riassunti nei vari peccati capitali, ad esempio.
 
Non voglio uccidere la famiglia. Bisogna uccidere un certo modo di pensarsi e di relazionarsi, bisogna fare fuori noi stessi e quello che siamo diventati per colpa di una realtà esterna: rivoluzione Copernicana e Kantiana.  Si la storia della pagliuzza e della trave. Una volta persa la presunzione di voler e dover essere qualcuno, ogni relazione con il mondo esterno può diventare scevra da energie negative o meglio inquinamenti dello spazio vitale.
 
Basta trattare con la vita e con noi stessi prima di tutto come guerrieri nella notte, pronti all'agguato su tutti i fronti! Dopodichè, ogni sacrificio iniziale diventerà solo una mossa sulla scacchiera già premeditata verso la vittoria finale.
 
Pirandellianamente (ma tanti l'avevano già esplicitato), una volta compreso che non siamo nessuno, possiamo renderci centomila, scoprendo il nostro Uno centrale.
 
Siamo un nucleo pronto a incarnarsi in plurime identità.

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