"Dei Sette Vizi Capitali, l'Orgoglio è il peggiore. Rabbia, Avarizia, Invidia, Lussuria, Accidia, Gola – riguardano il rapporto degli uomini tra di loro e con il resto del mondo. L'Orgoglio, invece, è assoluto. È la rappresentazione della relazione soggettiva che una persona intrattiene con se stessa. Quindi, tra tutti, è il più mortale. L'Orgoglio non ha bisogno di un oggetto di cui essere orgogliosi. È narcisismo portato all'estremo." - P.K.Dick
"Di che religione sono? Sono ebraico di nascita, ma poi ho abbandonato per passare al Narcisismo estremo". W.Allen
"Non sono narcisista: se fossi nato in Grecia certamente non sarei stato Narciso.
E allora chi saresti stato?
Zeus." sempre W.
Casualmente scrivo mentre viene trasmessa una nuova edizione di Miss Italia. La mente borghese si nutre di narcisismo e di dover apparire, contrastando il dover essere. Non c'è nulla di male, chi di noi non ha mai esaltato la bellezza. Quando però non si riesce a distaccarsi da essa, ecco sopraggiungere l'orgoglio. E allora tutto il resto non conta, è molto più semplice dare valore all'immagine ma sto diventando patetico. Tutto questo preambolo serve a raggiungere la roccaforte del sistema bellico della mente, ovvero il concetto di bellezza, estremamente legato ad una visione femminea del mondo.
Ognuno di noi è può tranquillamente scindersi in un Y maschile, un yin razionale e intellettuale che disprezza le bassezze terrene per giungere alla conoscenza. E in una X femminile, risolvibile come un chiasmo fra Terreno e spirituale; uno Yang o Anima, che porta la mente verso la carne perché si accorga della realtà come espressione della riproduzione della volontà di vivere.
Mi sono intrippato pure io, ricominciamo.
Se nell'uomo c'è un'anima latente che spinge a incanalare l'energia intellettuale in una forma terrena (Beatrice, Fiammetta, Monna Lisa) così da rendere visibile un'emozione e cantabile una passione, nella donna abbiamo un animus latente, il quale principe azzurro cerca di far credere alla donna che un bel giorno potrà serenamente staccarsi dai suo legami con la terra e volare via dalla torre in cui il tiranno l'ha imprigionata. Orbene, Anima e Animus hanno però anche le loro ombre negative, come potrete vedere nelle favole.
Ma lasciamo per ora il mondo degli ometti, per soffermarci sulla corporalità della donna.
UNA IGNOBILE TEORIA SUL MONDO FEMMINILE
Per quel poco che ho interpretato dell'universo femminile, cercherò di sviscerare una sciocca teoria non priva di qualche fondo di verità. Scopo è quello di eliminare dalla mente dell'uomo una visione borghese della donna come semplice strumento di riproduzione. E di eliminare dalla donna una visione borghese di se stessa come semplice strumento di piacere dell'uomo. E infine, di eliminare ancora dalla donna quella visione borghese di disprezzo verso l'uomo che la considera come strumento di piacere. Perchè che male c'è nell'essere una fonte di gioia? Reciproca.
Bene, ecco che la donna nasce bambina, cresce all'ombra della madre che le impone un certo modo di vedere il mondo, ne diventa nemica per la conquista del ruolo di amata dal capobranco (creandosì così la favola della matrigna e del principe azzurro che altri non è se non il il papà idealizzato); ma fino ai 12 anni circa, ora anche meno, non ci sono troppi problemi a livello inconscio. Finchè, attenzione, la bella addormentata si punge col fuso, oppure chiede una rosa, o ancora perde le pinne. Insomma diventa feconda attraverso un processo di maturazione che sembra avere qualcosa a che fare con mamma Luna, la regina della notte, colei che rende tali i poeti, insomma la parte femminile della realtà astrale.
A livello inconscio nella famiglia succede il finimondo, perchè compare un'altra possibile candidata al ruolo di donatrice di vita. Ma grazie al cielo nascono i tabù. E non solo: il padre padrone impone la regola della verginità, guai a diventare feconda per un altro fuori dal branco.
E così, un momento di meraviglia, diventa un tormento per la piccola mestruata. Inizia a dilaniarsi nella coscienza la bufera conflittuale fra Corpo ed Esistenza. Ora percepisco il corpo come un nemico, per due motivi:
a) Ogni mese provoca dolore e trauma psicologico
b) Ogni giorno diventa vittima di sguardi più dolorosi di punte di lancia, perchè ognuno è voluttuosamente guidato dalla volontà cieca di riproduzione insita nell'animale uomo. Nessuno sembra volermi guardare per ciò che sono veramente, e allora negherò la realtà contraddicendo a priori l'animus che prova a uscire dalla mia mente per guidarmi a una comprensione della realtà opposta che doni all'uomo una dignità. Inizio a ragionare a cazzo di cane "e se il problema non c'è, me lo creo".
Io donna non sono il mio corpo. Per questo lo trucco, lo maschero, lo adorno. Non voglio rivelarne la sua animalità. Non voglio svelare la mia identità di figlia della terra e dispensatrice di vita, per questo non mi donerò se non facendo soffrire psicologicamente l'essere che vorrà avermi. Il corpo diventa il mio orgoglio. Il mio nemico è diventato l'arma da usare per provocare e poi negare. Il corpo è la terra promessa, ma quanta sofferenza prima di raggiungerla.
Il corpo diventa la chiave attraverso cui creare legami di potere e di piacere. Ma il vero potere è in realtà nel resto e nella potenza ammaliatrice che una stregonesca visione potrebbe rivelarvi. Il vero potere sta nel gestire al meglio questo rapporto, garantendo una disciplinata energia fra l'identità e il modo di interpretarsi.
Superato il primo ostacolo della percezione della propria corporeità, è possibile garantire all'altro una perfetta visione di sé modulando armonicamente le energie totalizzanti ed evitando le derive narcisiste o intellettualoidi.
Così Cenerentola si libera delle vesti logore spinta dalla Sophia, la fata madrina che governa le sue istanze superne. E le sorelle, ovvero le funzioni basse di invida e gelosia, possono solo mozzarsi i piedi per poter entrare nella scarpetta del principe. Eliminati questi sentimenti inferiori, la bellezza può ascendere a principesche posizioni. E condurre l'uomo verso una dimensione antibestiale: la bella trascina la bestia alla libertà con grazia, gioia, letizia, ironia, semplicità, umiltà, disponibilità reciproca. Ovvero distruggendo il legame con l'immagine per godere della nomade condizione di non appartenere a nessuna istanza corporea, se non quella che ci si crea in piena autonomia esplorandosi continuamente e rinunciando all'egoistica visione del nostro corpo come di una casa di marzapane da divorare per restare vittima della malvagia strega. La mente borghese, per l'appunto.
"Cenerentola... la scarpetta!!"
"Principe, falla tu che io sono già piena!".
Nessun commento:
Posta un commento