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tanto per avere un'idea dell'ambiente intellettuale in cui ci si muove.
Vorremmo partire da una posizione non apodittica e abbastanza umile (anche se nel breve spazio di una conferenza) e cioè dalle modalità percettive dell’uomo, tralasciando inizialmente le strutture teologiche o mitologiche precostituite o tramandate. Questo, non per sottovalutare il messaggio degli Antichi, ma per vivificarlo alla luce di una “nescienza” che non si avvalga di alcun codice a aprioristico, anche se avallato dalla sacralità della Tradizione.
Vorremmo perciò iniziare ricordando come la percezione primigenia di sé, dell’universo interiore di cui siamo composti e di quello esteriore che presupponiamo ci circondi, si avvalga di una struttura sensoriale, uditiva, visiva, tattile, gustativa e olfattiva, che accumula, ad una velocità impressionante, informazioni d’ogni tipo e le elabora nell’esperienza. La fiducia o meno in tale esperienza contrassegna filosofie e religioni che attribuiscono a tale percettività vari criteri di affidabilità.
L’esperienza, come ci ricordano gli Antichi si avvale di Mnemosine che, è assai più che una facoltà mnemonica ed è la madre delle Muse. Esse contrassegnano e guidano gli uomini nella loro ricerca interiore. Ma c’è una memoria logica, che elabora, accumula dati e determina l’agire, e una memoria non logica, una Dea interiore che per gli antichi presiede alla scienza dell’essere, alla Musiché. Su questa memoria subliminale gli psicologici hanno sempre avuto molto da dire, relazionandola all’onnipresente inconscio che, ormai da due secoli, è diventato… il deus ex machina di ogni imbarazzo della coscienza del nevrastenico uomo “moderno”.
Io vorrei dire soltanto che esiste una sfera dell’essere che, al momento, possiamo anche chiamare semplicemente “intuitiva”, e che non elabora un accidente, ma che “sa”, a priori, e che mi piacerebbe chiamare sovracoscienza. I “maniaci” del karma possono anche dire che in tale sfera si accumulano le tracce delle vite passate, secondo un processo del tempo, ciclico o lineare (a seconda del tipo di tradizione); ma, in questa fase non vorrei riferirmi ad alcuno schema dottrinario… precotto. Si, forse c’è un karma ma al momento… facciamo finta di non saperlo.
Sappiamo invece, dalla testimonianza di coloro che ne hanno fatto esperienza, che esiste una elaborazione profonda in cui questa “sovracoscienza” percepisce al di là di quanto sensorialmente definibile: percepisce l’ineffabile, l’imponderabile, l’indeterminato, l’indefinito, l’incommensurabile.
L’esperienza sensoriale fa invece sempre riferimento a qualcosa di misurabile, in intensità o ampiezza: la sua percezione è distinguibile drasticamente in piacevole e spiacevole, chiara o scura, forte o debole, ecc. (cioè è sempre duale, per qualsiasi tipo di percezione) e la piacevolezza o spiacevolezza rappresentano una valutazione istintuale o (e) intellettiva, che è funzione dell’effetto provocato dall’esperienza. Ma quando, di tale esperienza, inizia l’elaborazione logica, il riconoscimento dello stimolo si fa assai complesso in quanto si sovrappone a migliaia di altre informazioni (provenienti dalla memoria “logica” e non da Mnemosine) che si prestano ad infinite contraddizioni. a cura di C. Lanzi
"Al mondo esistono 10 tipi di persone: quelli che conoscono il sistema binario e quelli che non lo conoscono" - Detto Nerd
A quanto pare, veniamo al mondo e subito l'energia cosmica ci investe donandoci una realtà. Evidentemente il nostro Dio, demiurgo, artefice, Aquila, sovrano della nostra matrice, si esprime in Binario. Già di suo è doppio. E ci confonde la vita della sua doppiezza, costringendoci a vedere la realtà suddivisa "manicheisticamente" nel tutto e il contrario di tutto. Lo yin e lo yang, maschio e femmina, bianco e nero, bene e male, attivo passivo, giovane vecchio, metà, mancino e destro, e via discorrendo (a voi aggiungere altri ossimori). ah , dimenticavo il principale: I - O.
Governati da questa doppiezza, viviamo scissi (scissor in inglese è la forbice, che si apre a metà e non solo: taglia, divide) e conformiamo la realtà in base a questa meccanica visione del mondo e non solo: attribuiamo valore morale a queste nostre scelte, identificando una metà contraria al suo opposto. E' giunto il momento di uscire da questa mentalità primigenia e borghese e vivere alla ricerca della conciliazione degli opposti: ahi, la ricerca della pietra filosofale era questo tentativo di ritornare all'uno originato dal superamento dell'opposizione. Bisogna confondere la realtà che esperiamo ovunque in questo modo solo per poterci permettere di comunicare: siamo esattamente identici al ragionamento dei calcolatori personali che vogliono entrare in rete con altri personal computer. Pensateci bene: le nostre esperienze sensibili sono il livello 7 di un processo di computazione (vedi "modello Osi" in wikipedia informatica) che ha origine dalla ricezione di impulsi primari, elettrici (energetici) generati dall'esterno e recepiti dai nostri sensi (le schede di rete) così come un cavo porta questi impulsi di corrente elaborati in maniera binaria dall'ingresso di rete del PC. Poi piano piano i sensi elaborano ciò che hanno ricevuto salendo di livello fino all'interpretazione della realtà e delle emozioni. E oltre a tutto questo processo via cavo, abbiamo un sistema Wireless che capta tutto ciò che capita e lo infila nel backup dell'inconscio: ancora una dualità fra Razionale ed Inconscio, ovvero fra ciò che sistemiamo in una Ram o memoria ad accesso rapido e casuale, rispetto a quella memoria inconscia e incrostata intorno e dentro di noi che si esprime nei sogni e nelle interpretazione dei simboli.
Bene, vi sembrerà che questo discutere sul binario mi abbia portato fuori dai binari. Ma è stata una illuminazione notturna e purtroppo ha molto a che vedere con questo discorso. Scrostandoci da questa logica binaria possiamo pervenire appunto ad una fusione dei due piani concettuali e raggiungere il nostro Interiore IO (pensate, io si scrive con un Uno e uno Zero come il binario vorrebbe) per completarlo e trasformarlo nell'unico Sé. E per iniziare questo viaggio, abbiamo detto, bisogna entrare nella Tana oscura che sarà l'ambientazione principale della prima fase del viaggio.
Bisogna avere il caos dentro di sé per generare una stella danzante, d'altronde. Non so dove mi porteranno queste elucubrazioni.
“Abraxas è il Dio duro a conoscere. Il suo potere è il più grande perché l’uomo non lo vede. Del sole egli vede il summum bonum, del demonio l’infimum malum; ma di Abraxas la VITA, indefinita sotto tutti gli aspetti, che è la madre del bene e del male….Duplice è il potere di Abraxas. Ma voi non lo vedete, perché ai vostri occhi gli opposti in conflitto di questo potere si annullano…Ogni cosa che chiedete supplicando al Dio sole genera un atto del demonio. Ogni cosa che create col Dio sole dà al demonio il potere di agire. Questo è il terribile Abraxas.
C.G. Jung - Septem Sermones ad Mortuos
Alla prossima
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