Dieu me pardonnera. C'est son métier. (Heine in punto di morte)
La vita e il mondo sono il sogno di un Dio ebbro, che fugge silenzioso dal banchetto divino e va a dormire su una stella solitaria, ignorando che quando sogna crea... E le immagini di questo sogno si presentano, ora con una variegata stravaganza, ora armoniose e sensate... l'Iliade, Platone, la battaglia di Maratona, la Venere dei Medici, il Muster di Strasburgo, la rivoluzione francese, Hegel, le navi a vapore, sono pensieri che si sono staccati da quel lungo sogno. Ma un giorno il Dio si sveglierà sfregandosi gli occhi addormentati, sorriderà, e il nostro mondo sprofonderà nel nulla senza essere mai esistito...(sempre lui)
La doppia visione poetica degli interventi precedenti era atta a mostrare la dualità intrinseca in ogni evento simbolico. Quale strada scegliere? Interpretare come l'eroe il segno come "evento che smuove l'azione" e intraprendere la strada che ha un cuore, per abbandonarla tranquillamente nel caso sia forse più opportuno seguirne un'altra.
Questa tecnica ha bisogno di evidente impeccabilità e scaltrezza, nonchè esperienza, per poter giungere alla perfezione e soprattutto al rendersi conto per tempo, utilizzando tutti i sensi, di quale strada ha un cuore. Ricordando che comunque, come insegna il Nagual, nessuna di queste strade porta effettivamente a qualcosa.
Così l'eroe si sveglia nella notte oscura e tenebrosa del proprio inconscio per provare a dare un senso al suo percorso. O meglio, per impegnare attivamente le energie libidiche e co. alla ricerca del risveglio.
La prima nemicamica cui si trova di fronte è dunque la morte. D'altronde è l'ombra che ci accompagna, a braccetto con la vita, lungo questa avventura non appena veniamo al mondo.
CRITICA ALLA VISIONE DELLA MORTE
Non concepisco tutto questo affannarsi a piangere, rifiutare, negare il pensiero della morte - tipicamente umano e borghese. Ci strappa dal legame con la vita e con la terra. Un controsenso ambulante. Anzi un paradosso (che poi è la stessa cosa)
I vari dibattiti contro l'aborto e l'eutanasia e il diritto alla vita. Quanto affannarsi!
Il paradosso che vorrei evidenziare è questo: secondo le fonti canoniche, l'avvento di Cristo sulla terra ha come conseguenza quasi immediata la strage degli Innocenti (fra l'altro questo evento non trova riscontro nelle fonti storiche ufficiali, ma sembra quasi un richiamo alla precedente strage dei primogeniti ordinata dal buon Dio nei confronti degli Egiziani). Ma poi ne abbiamo uno ancor più micidiale che non mi ha fatto dormire questa notte:
L'incarnazione del Verbo è di per sè un atto suicida. Un Dio che sceglie di farsi uomo è propriamente portato a morire. Certo, per poi assurgere a vita Eterna, secondo il Catechismo. Bene, allora dov'è il problema? Forse un messaggio del genere, quello Cristologico, è inconsciamente e subliminalmente così tanto portatore di morte che deve essere nascosto e sovrastato dai movimenti Pro - life. La vita di Cristo è un continuo accostarsi al suicidio volontario (con fini superiori, intendiamoci, dal semplice morire), evidenziato dalle scelte in punto di morte di evitare il sommo miracolo di fuggire dalla Croce.
Orbene, ecco la doppiezza intrinseca nella mente Divina. O forse, tutto questo messaggio ha bisogno di una visione superiore? Dietro tutto questo è forse celato un sommo messaggio di liberazione dai vincoli terreni e borghesi del corpo?
Si tratta di liberarsi del pensiero della morte per poter vivere efficacemente un'esistenza autogestita e priva di legami terreni.
Per questo i pirati scelgono un vessillo, il jolly Roger, che ricorda la visione di una vita senza il timore reverenziale nei confronti di mamma morte; una vita di libertà passata a scorrazzare per i 7 mari alla ricerca di grandi tesori.
Per questo solo i folli nel medioevo, come sottolinea il Settimo Sigillo, possono sfuggire alla visione della realtà e guardare la morte in faccia, ridendo di lei. Non perchè sia buffa, ma perchè semplicemente è inutile piangerci su. E anzi proprio quelli che dicono di essere cristiani, si vestono a lutto e lacrime per la perdita del legame piuttosto che gioire del superamento del vincolo.
Forse c'è morte e Morte.
Per cui prendiamola per mano e balliamoci su, e non abbiate paura di superarla semplicemente guardandola negli occhi. D'altronde, chi vi mette al mondo, vi mette a morire.
Branduardi Angelo
Ballo In Fa Diesis Minore lyrics
Sono io la morte e porto corona,
io Son di tutti voi signora e padrona
e così sono crudele, così forte sono e dura
che non mi fermeranno le tue mura.
Sono io la morte e porto corona,
io non di tutti voi signora e padrona
e davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare
e dell 'oscura morte al passo andare.
Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo,
posa la falce e danza tondo a tondo:
il giro di una danza e poi un altro ancora
e tu del tempo non sei più signora!
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