Dopo aver sopravvalutato i precedenti lavori, è necessario affrontare
l'ultima fatica dei Placebo con un altro piglio. Dopo aver ascoltato
in anteprima due brani, fra cui il singolo e il brano che dà il nome
all'album (Battle for the sun), la bocca si era fatta abbastanza
buona. Brutto segno pensavo: avranno esaurito i colpi migliori.
Poi ho messo nell'ipod l'intero album, consapevole della nuova linfa
che dovrebbe aver apportato nel sound dei Placebo il cambio di
batterista.
Prime quattro tracce che mi hanno spaventato. Fresche, innovative, mai
banali. Rock 2010. Il prosieguo sarà un lento morire verso la fine
dell'album. E invece no, tutto continua nel migliore dei modi, ogni
traccia si regge su se stessa, completa e carica di adrenalina. La
voce di Molko, il suo nuovo look, ma la stessa inconfondibile malia
ipnotica, sono la suggestiva cornice a una produzione di suoni
ineccepibile. Mi sono innamorato di Battle for the sun, è grave? Dopo
un periodo di rigetto, ho affrontato questo ascolto con supponenza, ma
mi son dovuto ricredere. Ogni brano contiene un sunto di rock'nroll:
ballata, bridge di collegamento che apre a finali sovraccarichi di
energia. Felice di aver ritrovato un vecchio amore perduto, speriamo
ora di non dover ricadere nella crisi del settimo album.
1 commento:
io no li ho mai abbandonati.
li ho sempre apprzzati.
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