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mercoledì 23 settembre 2009

Carnet di Marcia - 5 giorno: il Sistema Sociale e l'Economia

L'uomo che non dorme mai
è in contatto permamente
con l'Europa o il Medio Oriente
e si preoccupa assai
"C'è del male là fuori, io ne sento l'odore
un allarme del cuore... ditemi voi,
come fate a dormire?"
L'uomo che non dorme mai
avverte il minimo segnale,
qualsiasi tipo di dolore
lo sente come suo
L'uomo che non dorme mai
è perennemente in apprensione
per il destino di persone
che non conoscerà mai
"C'è dell'odio là fuori! Non lo posso evitare
La sconfitta del cuore... ditemi voi,
come fate a dormire?"
L'uomo che non dorme mai
vorrebbe leggere sul giornale
che la follia sta per finire
ma non c'è scritto mai
L'uomo che non dorme mai
è solo un angelo ignorato
o forse un premio immeritato
che non avremo mai
"C'è una strada migliore, ma non la so indicare
La sconfitta del cuore... ditemi voi,
come fate a dormire?"


Una società esiste intanto in quanto è in grado di determinare con (relativa) certezza l’esercizio del potere, l’appartenenza ad una comunità culturale, la distribuzione delle risorse economiche e dei ruoli sociali.
La soggettività individuale è cresciuta grazie ad assetti istituzionali in grado di strutturare la vita quotidiana, la biografia personale, le regole delle relazioni sociali: non sempre era facile riuscire ad adattarsi al proprio ruolo sociale ma almeno garantiva precisi riferimenti esistenziali e stabili orientamenti culturali.

Ti riconosci in qualche ruolo sociale? Elencane almeno 5 e stabilendo un grado di appartenenza da uno a 10


La spinta di fondo di quella che venne chiamata società di massa era (e rimane) di giustificare e sostenere la libertà personale. L’individuo societario ha cominciato ad assaporare l’inebriante esperienza dell’autodeterminazione, divenendo al tempo stesso più consapevole dei limiti e delle e contraddizioni del modello sociale nel quale viveva.
Da quel momento, per quanto ovviamente indispensabili, le istituzioni hanno cominciato a essere vissute “Contro” e non “Per” le persone, qualcosa da usare ma anche da tenere a debita distanza.
L’Io globale fatica a trovare la propria strada in un mondo che gli appare troppo complesso, decisamente al di fuori della propria portata. Sradicato dal punto di vista culturale e liberato dalla sottomissione alle istituzioni societarie egli rischia di diventare un guscio vuoto, privato com’è della propria identità e costretto a definire obiettivi esistenziali che necessariamente tendono a restringersi nella dimensione individuale e privata. Il che finisce paradossalmente per generare quel mimetismo sociale che lo rende (di nuovo!) uguale a tutti gli altri:
L’individuo è inglobato nell’indistinto potere della massa dei simili di cui adotta passivamente modelli, mentalità, costumi.
Ti senti in grado di stabilire quello di cui hai bisogno nella tua vita? Di crearti una tua identità al di là dei modelli, mentalità e dei costumi? Ti senti isolato emotivamente o inserito in un contesto sociale che ti supporta?
Sottoposti ad una continua iperstimolazione, incontriamo seri problemi nel momento in cui cerchiamo di realizzare una qualche forma di ricomposizione, che dia consistenza alle tante attività che ci capita di svolgere. L’Io contemporaneo si misura con una moltitudine di immagini, informazioni, stimoli, occasioni. Ciò innegabilmente ne aumenta il potenziale d’azione, ma al tempo stesso tende a invadere l’intimità personale. Le relazioni (personali, economiche, politiche, religiose) sono sempre più scelte, e come tali volontarie, revocabili e raramente riescono a essere vincolanti nel tempo.
L’effetto è duplice: se è vero che ciò crea una gradevole sensazione di apertura e libertà, d’altro canto non si può negare che aumenti anche un sentimento di insicurezza e instabilità.

Sei soddisfatto delle tue relazioni sociali? Ti senti insicuro?

La vita sociale è continuamente trasformata grazie alla capacità di plasmare il mondo che è tipica dell’essere umano. Gli uomini vivono in mondi già fatti, ma questo non esclude la loro capacità di intervenire sulla realtà nella quale vivono.

Tu ti senti di intervenire sulla realtà nella quale vivi? In che modo?

Sembrerebbe che l’avere costituisca una normale funzione della nostra esistenza, nel senso che, per vivere, dobbiamo avere oggetti.

Il Buddha insegna che, per giungere allo stadio supremo dello sviluppo umano, non dobbiamo aspirare ai possessi.

E Gesù: “Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per me, colui la salverà. Infatti, che giova all’uomo l’aver guadagnato il mondo intero se poi ha perduto e rovinato se stesso?” (Luca IX, 24-25).

Marx affermava che il lusso è un vizio esattamente come la povertà e che dovremmo proporci come meta quella di essere molto, non già di avere molto.

Il nostro sistema economico oggi è basato sul consumismo sapresti immaginarti un altro tipo di sistema economico?

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